Turismo: segnali di ripresa, ma numeri inferiori ai livelli pre-covid. Cantoni: “Parma in linea con i dati regionali”

L’estate 2021 ha portato una boccata d’ossigeno al turismo emiliano-romagnolo registrando segnali di ripresa a partire dalla seconda metà del mese di giugno per proseguire nei due mesi successivi, il settore ha bisogno però di una seria programmazione e interventi decisi per ritornare alla normalità perduta. È quanto emerso dall’indagine commissionata da Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna al Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 512 imprese ricettive dell’Emilia-Romagna.
Le criticità maggiori, si sono registrate nel settore del turismo organizzato, che non è ripartito e con le agenzie di viaggi che soffrono di una crisi pesantissima. “La ripresa c’è stata, ma le difficoltà nella gestione delle nostre imprese sono state elevatissime – afferma Fabrizio Albertini, Presidente Assohotel Confesercenti Emilia Romagna – Il reperimento del personale in primo luogo. Sono praticamente mancate tutte le figure professionali nel turismo e diverse aziende hanno dovuto limitare la propria operatività proprio per questo motivo. Sostegni alle imprese in difficoltà e una politica di investimenti sulla formazione professionale per il settore accompagnate da quelle modifiche contrattuali e normative che potrebbero rendere più adeguato ai tempi i vari istituti all’interno del mondo del lavoro, sono le misure ritenute indispensabili per dare prospettive concrete di ripresa a tutto il comparto del turismo”.
“Anche Parma è in linea con questi dati – afferma Stefano Cantoni, coordinatore Area Turismo e Ristorazione Confesercenti -, la città capoluogo ha sofferto un pò di più ma stiamo recuperando, sia per la grande attrazione del turismo enogastronomico e culturale, ma anche per il coraggioso lavoro svolto da Fiere Parma che con ben tre eventi internazionali, in poco più di un mese, sta aiutando il nostro territorio a recuperare presenze”.
Per quanto riguarda l’indagine, molte le cause che hanno contribuito al conseguimento dei risultati. In primo luogo la voglia di viaggiare degli italiani e, al tempo stesso, la difficoltà di pianificare viaggi all’estero per le insicurezze sanitarie. Una discreta spinta al mercato è arrivata anche dall’introduzione del green pass europeo ad inizio luglio che ha finalmente aperto la possibilità ai cittadini comunitari di effettuare spostamenti per turismo. Infine, un contributo importante è venuto dal posizionamento “competitivo” dell’offerta regionale sui principali mercati turistici e la variegata offerta di “proposte ed eventi”.
Nel corso del trimestre estivo negli hotel e nelle altre strutture ricettive sono stati registrati 20,1 milioni di pernottamenti, cioè il +37% rispetto al trimestre 2020. Le stime indicano in oltre 2,4 milioni le presenze dei turisti stranieri (+41,7%), mentre i pernottamenti degli italiani supererebbero i 17,7 milioni (+36%).
Complessivamente, dai risultati dell’indagine emerge un trend di crescita abbastanza omogeneo. In particolare, nel trimestre estivo il comparto alberghiero ha segnato il +37,9% (+42% di stranieri e +37% di italiani). La crescita registrata nelle strutture dell’extralberghiero è del +34,2% (+33% di italiani e +41% di stranieri).
Risultati positivi rispetto ai timori di inizio estate, quando non vi erano certezze su come sarebbe andata la stagione e che segnano un incremento rispetto a un 2020 che, però, è stato particolarmente negativo. Se si confrontano questi dati, infatti, con l’estate 2019, l’ultima che si può considerare ‘normale’, i numeri raccontano di una stagione al di sotto di quella che si può considerare la normalità, con 4 milioni in meno di pernottamenti rispetto al 2019 (-16%).
Con riferimento agli ambiti territoriali, i risultati sono differenziati:
nei comuni della Riviera si registra un aumento stimato delle presenze sul 2020 del 37%, per un totale di oltre 17,7 milioni, con un rafforzamento sia della componente straniera (+41%) sia di quella italiana (+37%). Rispetto al 2019 però, si registra una diminuzione del 14,7%.
Nelle città d’arte il trimestre ha segnato un +39,8% di aumento dei pernottamenti, pari a oltre 1,1 milioni sul 2020, con un +38% delle presenze italiane e un +45% quelle degli stranieri. Rispetto al 2019 il dato segnerebbe ancora il -36,6%.
Per quanto riguarda le località termali il trimestre si attesta al +38,4%, sul 2020, con una crescita significativa degli stranieri (+44%) e delle presenze dei connazionali (+38%). 270 mila le presenze stimate, ma rispetto al 2019 il dato segnerebbe ancora il -29,6%.
Nei comuni dell’Appennino la stima è di una crescita del 28,3% rispetto al 2020 (+28% di italiani e +39% di stranieri). 405 mila le presenze stimate e il differenziale rispetto al 2019 si attesterebbe al -3,9%.
Ora l’attenzione delle imprese è rivolta al mese di settembre e ben il 55% del campione ha segnalato il proseguimento del trend di crescita della domanda rispetto al 2020.
In valori assoluti, la variazione attesa per settembre 2021, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è di oltre 320 mila pernottamenti in più, per un totale di oltre 3,1 milioni.
Per quanto riguarda le proiezioni sull’ultimo periodo dell’anno emerge la forte incertezza degli imprenditori: ben il 50% del campione non ha elementi sufficienti per poter formulare delle ipotesi sui comportamenti della domanda turistica e per un settore che vive di programmazione questa situazione risulta particolarmente difficoltosa.